Monday, September 18, 2006

Qualche foto














Ecco alcune foto che ho fatto stamattina. C'è la via in cui abito, poi giro a sinistra in Amsterdam Avenue e poi subito a destra e sono alla Columbia, in tre minuti. La Business School è dietro a quel simil tempio che invece è una biblioteca.
La tranquillità assoluta che si percepisce c'è solo al sabato e alla domenica mattina - ed è così in tutta New york - per il resto gli altri giorni c'è un casino tra studenti e tutto...

Sunday, September 10, 2006

Blog Padova - New York

Doveroso riportare il link al blog (Padova - New York) che i miei amici di Padova hanno creato per la mia partenza, dove ognuno scrive quello che succede dal suo lato dell'Oceano.
Io cmq metto gli stessi post su entrambi i blog...

Wednesday, September 06, 2006

Si inizia...

Ecco un paio di foto di dove abito, come dicevo la casa è piccola ma accogliente, c'è tutto quello che serve. Il divano è un divano letto, così vedete subito dove dormirete quando verrete a trovarmi! Per quelli che non ci stanno sul divano, in qualche modo ci arrangiamo!


Ora ho pure trovato una scorciatoia passando per i garage di Columbia che mi permette di arrivare in classe in tre minuti netti!
Stiamo gradualmente cominciando i corsi, per ora abbiamo fatto un paio di lezioni di Accounting e Statistica. Sono materie che già avevo visto ma qui si va veramente veloci, in due lezioni abbiamo rivisto tutto quanto avevo fatto all'università o quasi. Deve essere un bel casino per chi non ha mai visto nulla di bilancio e simili. Domani cominciamo anche Corporate Finance e Strategia, e devo finire di leggere parecchie cose prima di queste lezioni. Qui prima leggi articoli e casi vari e poi arrivi in classe preparato per la discussione, e i professori ti conoscono per nome. Giovedì cominciamo anche Managerial Economics e questi sono tutti i corsi per la prima parte del semestre.

La parte accademica mi piace molto, per quanto siamo solo agli inizi, perchè l'affrontare in maniera sistematica elementi che prima avevo solo intravisto, soprattutto di finanza e di gestione aziendale, mi dà quella soddisfazione che deriva dall'imparare continuamente qualcosa di nuovo. E ogni volta che si discute in classe c'è sempre qualcuno che ha lavorato proprio in quel settore, e alle volte anche ad alti livelli. Effettivamente studiare insieme a persone che hanno qualche anno di esperienza lavorativa e in campi diversi porta un gran valore al master.

Detto questo, mi sono praticamente sistemato e sto cercando di prendere i miei ritmi inserendo man mano le attività nuove (tipo andare in piscina come volevo fare oggi ma non sono riuscito a trovare un posto in cui comprare un costume!!). L'università negli USA funziona così, come diceva anche Severgnini, che una volta che hai capito - e all'inizio è un casino - come sono strutturati i corsi, dove sono le informazioni che ti interessano, come devi impostare il computer, dove sono le stampanti etc, una volta capito questo sei messo nelle condizioni ideali per studiare. Ad esempio la biblioteca è aperta fino all'una di notte, e ci sono una miriade di altri posti dove puoi studiare, sui divani, nei bar, sull'erba se il tempo lo permette. Decisamente non in questi giorni, visto che praticamente piove da una settimana...

Per le uscite, di solito ci si organizza a livello di cluster (in cui siamo in 65), si va in qualche locale e poi magari ci si trova con altri cluster (c'è cmq rivalità tra i cluster, a breve inizieranno anche i più svariati tornei). E all'inizio quando conosci persone nuove, si parla sempre delle stesse cose, penso di aver ripetuto qualche centinaio di volte che vengo da una città molto vicino a Venezia, che Roma per me è la città italiana più bella, che la qualità della vita in Italia è altissima, etc... Ci vuole un po' di tempo per parlare di cose più interessanti e la maggior parte delle volte non ci si arriva neanche. Rispetto a Boston, qui gli appartamenti sono mediamente più piccoli e quindi è più difficile farci feste, e si tende ad andare nei locali, belli ma costosi.
Cmq non ho ancora un mio gruppo, persone con cui mi trovo particolarmente bene o esco sempre, ma vedo che pian piano individuo le persone che mi sono più affini.

La gente del master, beh ce n'è di tanti tipi, più di qualcuno è sposato e si è trasferito qui con figli e tutto, anche dall'Europa o dall'Asia. Ma non crediate che siano tutti "studio e business"... Venerdì dopo lezione in una ventina abbiamo trascorso tutto il pomeriggio a giocare a beer-pong (da introdurre in Italia!), un gioco simile a ping pong solo che devi tirare con le mani la pallina (opportunamente sciacquata) dentro i bicchieri di birra degli avversari e se fai centro loro devono bere. Ci sono dei tavoli appositi in alcuni bar e giocavano tutti, anche le ragazze, e non vi dico quanta birra! Cmq mi sono fatto onore (per la mira non per il bere)!

Che altro dire.. ho trovato tutti gli ingredienti per preparare un risotto - piccole soddisfazioni in una città comunque estranea -, compresi i porcini secchi di Verona, e pure lo zafferano, anche se è quello spagnolo e non l'ho ancora provato...
Domani vado a sentire Severgnini che presenta il suo ultimo libro all'Istituto di Cultura Italiana di NYU, da vero Italians...

That's it per adesso, saluti a tutti!

Orientation

24 Agosto 2006


Avrei un sacco di cose da raccontare ma non abbiamo mai un minuto libero così scrivo velocemente qualcosa adesso senza troppo ordine.Intanto vi do i miei contatti qui che sono:

419W 119th St Apt 1H
10027 New York, NY
cell +1-917-519-2486

Se volete scrivermi mandarmi qualcosa etc, tutto è benvenuto! Per il cell, penso di poter ricevere a questo numero sms dall'Italia, anche se finora non sono riuscito a mandarne, o meglio ho scoperto che li mandavo e non arrivavano! Cmq uso anche la scheda italiana.

Il mio appartamento è piccolo, mi aspettavo qualcosa di più grande dopo aver visto quello del ragazzo di Roma, ma ho comprato un sacco di cose all'Ikea (divano, letto, scrivania, tavolo, tappeto, libreria, lampade varie etc) e adesso è molto accogliente, anzi proprio bello nel suo genere, a breve vi mando qualche foto. Devo ancora finire di sistemarlo visto che non ho neanche tempo di montare quello che ho comprato, ma finalmente ho un materasso, dopo avere dormito per terra per una settimana, che non è proprio il massimo!La zona è vicino a Harlem ed è prorio bella perchè molto gotica, il mio palazzo ha una decina di piani ed è a cento metri da Columbia. Io sono al secondo, su un cortile interno di case con mattoni a vista e scale di sicurezza in ferro modello Bronx, e c'è il portiere giorno e notte che non capisci come fa a passare il tempo senza fare nulla e lo saluti all'americana chiedendogli come va e tirando dritto senza neanche sentire la risposta. Risposta che tanto non ti da', perchè ti saluta allo stesso modo mentre beve il suo caffè e non stacca gli occhi dal televisore.

Lunedì ho iniziato quella che chiamano Orientation, una serie di attività preliminari con lo scopo di cementare il gruppo e spiegarci come funziona il tutto, così quando cominciano i corsi si è già a regime e puoi concentrarti solo su quelli. Pensavo fosse solo per gli studenti internazionali e invece è per tutti - a dimostrazione di quanto bene avevo letto il materiale che mi avevano mandato!In totale siamo in 530 (4 italiani), divisi in 8 cluster che rimarranno così per tutto il primo anno. Il cluster è praticamente una classe di 65 persone con cui segui tutte le lezioni. E all'interno del cluster c'è il tuo gruppo di studio, formato da 6 persone, con cui porti avanti diversi progetti. I gruppi sono molto eterogenei al loro interno, nel mio ci sono 4 americani e una giappo che vengono da consulenza, investment banking, marketing, e uno pure dall'esercito.Adesso siamo seguiti da ragazzi del secondo anno che stanno sempre con noi e fanno gli ebeti come animatori da villaggio turistico ma poi li senti parlare nelle occasioni ufficiali o quando chiedi loro qualcosa di serio e capisci che è un'altra musica...

Sono colpito ancora una volta dall'organizzazione pazzesca degli americani che riescono a stabilire tutto nei minimi dettagli, e con ottimi risultati. Lezioni, attività, conferenze, uscite, tante cose che a noi europei sembrano anche ridicole, ma poi ti rendi in conto che sono proprio bravi a far conoscere le persone e creare il gruppo.Si comincia lenti il primo giorno, con discorsi in pompa magna e un po' di retorica, poi ti dividono in gruppi, ti fanno presentare, raccontare qualcosa di imbarazzante su di te (tipo aver fatto bere un amico alla sua festa di laurea a casa sua dopo aver detto ai suoi genitori la sera stessa che ormai siamo persone mature e certe cose non le facciamo più, grazie Michele...), si mangia assieme, si fa un caso di studio con un prof, c'è lo speaker che racconta qualcosa, si mangia di nuovo e sempre gratis, poi si è fatta sera e si va con il cluster in qualche locale, si beve un po', poi ci si sposta in un altro locale stavolta con tutti i cluster e si beve ancora, e alla fine anche se non vuoi conosci tantissime persone, e questo per ogni giorno per i dieci giorni di questa orientation e sempre cambiando zona alla sera. Una full immersion a Columbia e a NY, bellissima (spero non sia un lavaggio del cervello) ma un po' stancante: praticamente dura dalla colazione delle 8 di mattina fino a quando crolli la sera e prendi un taxi per tornare a casa.

Ieri abbiamo fatto una reception al Guggenheim sponsorizzata da Deutsche Bank, cioè il Guggenheim era chiuso al pubblico e dalle 6 alle 10 c'eravamo solo noi e un sacco di camerieri che servivano il buffet e roba da bere e si poteva girare liberamente dappertutto. Anche da queste cose, l'impressione è che Columbia sia veramente potente e immanicata qui a New York, speriamo bene che mi faccia trovare un buon lavoro dopo il master!

La gente mi piace, socievoli e apparentemente non esaltati, sia gli internazionali (tanti sudamericani, pochi europei) che gli americani, nonostante gli inevitabili problemi di lingua quando parlano tra loro o si discute in classe. Con gli italiani mi trovo bene ma per forza di cose non ci si frequenta molto, e mi va anche bene così sono forzato a parlare inglese. Molti internazionali sono in realtà in America da un sacco di anni e parlano benissimo.

Questo è un po' il quadro, per adesso, appena riesco scrivo qualcosaltro.

Spero che lì vada tutto bene, leggo sempre con grande piacere i vostri post sul blog!

Welcome to America

15 Agosto 2006

Ragazzi,

eccomi qui a New York, sono le 5 del mattino e ovviamente - come aveva previsto qualche gufo - causa fuso non riesco più a dormire! Per stanotte sono ospite di Emanuele, un ragazzo romano che sarà mio compagno di corso, e sono qui buttato con un materassino da campeggio sul pavimento che cerco di fare piano per non svegliarlo. Da fuori viene un sacco di rumore (e siamo al quinto piano!), macchine, gente che parla, camion dell'immondizia che sembrano stazionare qui sotto per ore. Non vedo l'ora che siano le otto così vado a prendere la mia casa e vedo com'è. In teoria dovrebbe essere come quella di Lele, e ci metterei la firma, perchè è molto bella, una stanza grande più cucinino e bagno, sistemata da poco, con pavimento in legno lucido e muri appena imbiancati. Ti viene voglia di pensare a come arredarla, per ora ci sono solo un divano un paio di poltrone e un tavolino. Ma promette bene.

Ieri il viaggio fila via liscio e veloce, a parte super controlli e il fatto che non fanno portare bagagli a mano. E' permesso solo un sacchetto trasparente con lo stretto necessario. Io ci metto dentro "L'amore ai tempi del colera", di Garcia Marquez, consigliato da Sandra, e d'un fiato leggo 150 pagine. Adesso mi piacerebbe andare avanti chè voglio vedere che succede dopo che il dottore ha conosciuto Fermina ma non posso accendere la luce. I controlli fanno perdere tempo (2 ore per il check-in a Venezia) ma in aereo si sta più comodi, senza i bagagli a mano giganti compressi dentro le cappelliere che la tua roba non ci sta mai, senza la gente che si alza per prenderli e fa cadere tutto, senza il cibo puzzolente portato dagli indiani di turno. E poi si scende velocissimi. Il bambino che piange sì, quello c'è anche ieri, immancabile, ma è una bimba piccola e molto bella.

New York ti accoglie con un aeroporto gigantesco che sa di vecchio, e uno stuolo di gente sovrappeso - e non di poco - che ti fa interroggare su che cacchio mangiano qui e su quanto lontano sei dall'Italia. Poi passi al controllo documenti, con il timore recondito che non ti facciano entrare perchè hai sbagliato qualcosa nel fare il visto, alla dogana, dove speri non ti sgamino l'olio il caffè e i biscotti fatti in casa che ti sei portato abusivamente ma sai che tanto sei entrato e al massimo ti danno una multa, poi esci e con un senso di soddisfazione capisci sei veramente sotto il cielo d'America, e che ormai sei in ballo.

Due ore nel traffico e sono a casa di Lele, sulla 113 West, vicino a Columbia, apro le mie valigie che quasi scoppiano da quanta roba ci ho messo, doccia e poi via, a fare un po' di spesa per andare a cena a casa di Marco, torinese, altro italiano del master, insieme al suo coinquilino argentino ad un altro italiano di passaggio. Altezza media 1.90, e tutti gentilissimi. Ci si conosce appena ma si chiacchiera bene. La nostra Little Italy sta già nascendo, ed è anche un po' veneta, visto che i termini "mona" "spritz" e "tachente" sono già stati introdotti! Il menù prevede penne alla vodka con pecorino, non male come accoglienza!

Alle dieci già crollo dal sonno e alle undici sono a letto, pensando che oggi nell'ordine voglio fare: casa, conto in banca, cellulare, acquisti essenziali per la casa.

Al cinquecentesimo camion dell'immondizia anche Lele si è alzato, ora si accende la luce e si comincia la giornata.

Un abbraccio a tutti,

Fausto