Friday, December 08, 2006

Columbia FolliesTube


Un video fatto da Nikos, mio compagno di cluster, sulla notte di ieri, la più pazza di Columbia...

Saturday, December 02, 2006

Charlotte

Questa la devo raccontare...
Ieri Wachovia, che è una banca americana, ci ha portati (eravamo una decina) fino a Charlotte, nel North Carolina, su un jet privato, per farci visitare la sede centrale della banca.
Ci sono venuti a prendere alle 9 davanti a Columbia, poi in pulmino fino a Teterboro, che è un piccolo aeroporto privat0 nel New Jersey, e da lì fino a Charlotte, che dista un paio di ore. A Charlotte abbiamo visitato la banca, fatto un sontuoso pranzo al 45esimo piano, e poi alle 3 siamo ripartiti per New York.

Per gli amanti del basket, questa è l'arena dove giocano gli Charlotte Bobcats, proprio sotto alla banca.

Al ritorno non c'erano accompagnatori e quindi l'aereo era tutto per noi, e ce lo siamo goduti bene mangiando frutta e formaggio e guardandoci un dvd (orrendo), Constantine.

Cose che penso non capiteranno mai più...

Monday, November 27, 2006

Londra

A New York era festa per il Thanksgiving, e a Londra da mercoledì a venerdì c'erano degli incontri con alcune aziende. Così nel weekend sono venuti dall'Italia Silvia Monica e Marco, e siamo stati tutti ospiti di Andrea nella ridente Slough.

In questa foto, da sinistra, Marco, Silvia, io, Andrea e Monica, alle prese con il più pesante fish and chips della storia. Nella foto manca Nicola che abita a Londra e si è unito al gruppo, ma come al solito qui era in ritardo...


Questa è una foto dal Millennium Bridge, fatta da Silvia:

A Natale in Italia si replica il super weekend che abbiamo fatto!

Friday, November 10, 2006

San Francisco


Sono a San Francisco, o meglio a Palo Alto, cuore della Silicon Valley, dove domani e domenica presso l'università di Stanford ci sarà la conferenza annuale di NOVA, l'associazione italiana degli studenti MBA, che sarà aperta addirittura da Eric Schmidt, CEO di Google.

Oggi con altri italiani ho fatto un giro per San Francisco, forse tra le città più belle che abbia mai visto. Perfettamente integrata nella natura che la circonda, con una struttura urbana simile a quella che poteva avere un secolo fa, ordinata, dai ritmi vivibili, poco affollata e lontana dal caos perenne e dall'urbanizzazione totale di New York. Qui la gente sembra correre di meno e godersela di più, ed è anche più gentile quando si chiede un'informazione o si va in un negozio a comprare qualcosa.
Nota di colore: parecchi filippini per le strade, che sotto tutti alti uguali e girano in gruppetti, e mi fanno venire in mente le loro descrizioni nei libri di John Fante.

Wednesday, November 01, 2006

Bargnani, male la prima


Stasera sono andato a East Rutheford, vicino a NY, a vedere l'esordio NBA di Andrea Bargnani (prima scelta assoluta nell'ultimo draft) in New Jersey Nets - Toronto Raptors.
Il nostro ha giocato abbastanza male, mettendo a referto solo 2 punti, una stoppata, e ben 4 falli, in più o meno quindici minuti di gioco. Non è mai entrato in partita. L'impressione è che non sia inserito nella squadra, quelle rare volte che gli arriva la palla prende e tira, e l'allenatore gli dà poca fiducia. E poi lo fanno giocare molto vicino a canestro, rispetto a quanto faceva in Italia. Speriamo sia solo la prima partita...
Mi sono piaciuti Vince Carter - sembra che possa fare canestro ogni volta che decide di farlo - , Jason Kidd (un vero leader), l'ex Benetton Nachbar (fisicamente impressionante), ed anche i due spagnoli Garbajosa e Calderon hanno fatto la loro figura, dimostrando sicurezza e fiducia da parte dell'allenatore.

Con il mio buon biglietto da 10 dollari (il più economico in assoluto) mi sono spostato dall'ultima fila dietro al canestro, lontanissimo dal campo, alla seconda davanti alla panchina di Toronto, dove ho sventolato la mia bandiera italiana ed il mio cartello "Mamma butta la pasta!! (Ciao Tosi!!)", ma per quanto ho visto io non mi hanno mai trasmesso sui maxischermi. Confido in un'attenta visione da parte dei miei della partita registrata stanotte su Sky (c'era Flavio Tranquillo a fare la telecronaca, ma non sono riuscito a raggiungerlo)!

Tuesday, October 31, 2006

Bordeaux

Stasera tra una cosa e l'altra, dopo il midterm di Economics, sono riuscito ad infilare una degustazione di vini Bordeaux.
Funziona così. C'è questo club della Business School che si chiama Wine Society, l'iscrizione al quale costa mi sembra 50 dollari all'anno. Ogni settimana organizzano una degustazione di vini, e stasera toccava al Bordeaux. Seduti in un'aula, più o meno un centinaio, ognuno con davanti undici calici posati su una specie di mappa, un foglio per prendere appunti e due produttori francesi abbastanza simpatici che spiegavano i vini e si prendevano in giro tra loro. Per gli intenditori o presunti tali, ecco la lista di quello che abbiamo assaggiato:

1. Chateau Corbin 2003
2. Chateau d'Issan 2003
3. Chateau Lagrange 2003
4. Les Fiefs de Lagrange 2001
5. Chateau Corbin 2001
6. Blason d'Issan 2000
7. Chateau d'Issan 2000
8. Chateau Lagrange 2000
9. Chateau d'Issan 1999
10. Chateau d'Issan 1995
11. Chateau Lagrange 1990

Inutile dire che ho seccato - nell'ordine - tutti i bicchieri, senza apprezzare troppo la differenza tra l'uno e l'altro. Anzi, alle volte i vini da 2 euro di Bertelli mi sembravano migliori. Quello che ho capito comunque - e lo scrivo per ricordamelo - è che:
a) il Bordeaux è un mix di Merlot (20-30%, max 35%), Cabernet Franc o Sauvignon (70-80%) e a volte c'è anche dell'altro (tipo Petit Merlot, che è???)
b) la qualità del Cabernet aumenta con gli anni mentre quella del Merlot raggiunge un picco e poi cala
c) i prezzi delle varie annate non sono sempre proporzionali alla qualità, e ci sono certe annate "magiche" (tipo il 1997 ed il 2000) che vengono pagate un casino solo per il valore simbolico che hanno. Il 1990 è una grande annata per tutti i vini europei.
d) c'è una differenza tra i vini della riva destra e riva sinistra di qualche fiume della zona di Bordeaux
e) i vini che si chiamano "chateau" sono first label e sono di qualità più alta.

L'unica cosa che non mi è andata giù è che, verso la fine, uno dei due tipi, da buon francese, parlando della concorrenza, ha detto che certi produttori europei - tipo gli italiani - non rispettano le regole di etichettatura, che sarà anche vero, ma mi sono sentito un po' toccato e gli ho fatto notare che l'uscita era infelice, e che, se lo riteneva vero, doveva fare denuncia all'Unione Europea piuttosto che parlar male dell'Italia.

Buon Halloween a tutti!!

Monday, October 30, 2006

Miami Beach and the Keys

Sono appena rientrato a New York da questi quattro giorni di super vacanza insieme ad una ventina di italiani provenienti da MIT, Harvard e NYU, oltre che da Columbia.
Un po' strano "festeggiare" Halloween in spiaggia ai 30 gradi di Miami Beach e delle Keys, ma la festa in maschera - comprata al volo da CVS sabato notte perchè altrimenti non ci facevano entrare - ce la siamo fatta lo stesso in un albergo di Miami. Piscina, maschere divertenti e soprattutto un sacco di ragazze vestite da Wonder Woman (tra parentesi, lì è record di seni rifatti, sotto la quarta non se ne vedono)...

Come si sapeva, il sud della Florida non ha il fascino selvaggio del Messico - difficile immaginare che queste distese di superstrade, catene alberghiere e ristoranti siano i posti amati da Hemingway - ma il clima è fantastico e siamo vicini ai Caraibi, e star seduti in un bar sulla spiaggia a bere birra e sparare scemenze è sempre divertentissimo. Soprattutto quando qualcuno (non io!) urta la cameriera che perde l'equilibrio e rovescia il vassoio di birre addosso ad un malcapitato americano, o quando ci si abbuffa ad aragoste e granchi giganti per neanche 10 dollari a testa.
L'intento di staccare un po' (dopo la fatica delle partite di pallascout, come sapete) e di fare network tra Italians è riuscito benissimo, così come quello di prendere il sole e vedere posti nuovi. C'è stata pure l'esperienza on the road, visto che ieri abbiamo pure noleggiato una macchina e siamo andati a sud fino alle Keys, praticamente una striscia di isolette collegate tra loro da ponti. Un posto in cui tornare, sicuramente.
Ma invece di pensare al caldo, mi aspetta una settimana di fuoco, tra midterm, exempions exams ed informational, e non è proprio la stessa cosa. Almeno mercoledì - e questo mi costerà dormire ancora meno nelle prossime notti - vado a vedere l'esordio NBA di Bargnani in Nets - Toronto, con tanto di bandiera italiana e tifo scatenato.
Qualche suggerimento per un cartello che magari mi riprendono e mi mandano su Sky??

Monday, October 23, 2006

Recruiting

Dopo questa foto di una partita di flag-football di domenica scorsa (praticamente football americano ma senza placcaggi, per fermare un giocatore bisogna togliergli lo scalpo) del mio cluster contro un altro - a cui ahimè ho potuto solo assistere per i soliti problemi al ginocchio -, vi racconto un po' il processo di recruiting (= trovare lavoro).
E chi se ne frega, direte voi, ma visto che occupa una buona parte del mio tempo e dei miei pensieri spiego un po' come funziona.

La prima domanda che viene spontanea è perchè ci si preoccupa adesso di trovare lavoro se il master dura due anni. La risposta è che gli studenti del primo anno cercano un’internship, cioè uno stage da fare quest’estate tra primo e secondo anno. L’internship è importante perchè può essere l’ingresso per un lavoro a tempo indeterminato una volta finito il master, ma serve anche per sperimentare senza troppi rischi un settore nuovo, e valutare quanto piace.
Inutile dire che tutto il processo è strutturato in maniera dettagliatissima, le aziende ci si devono attenere scrupolosamente (ad es. non intervistare prima di certe date), e ovviamente anche gli studenti.

Il processo che descrivo è soprattutto quello per il banking, che ho seguito più da vicino, gli altri magari sono un po’ sfasati come tempi ma simili nella sostanza.

1 – Le aziende (per lo più banche d’affari e società di consulenza) vengono a fare una presentazione on campus. Di solito si fa in qualche bel posto (aule magne, centri conferenze, etc) ed arrivano almeno una ventina di persone dell’azienda (preferibilmente ex studenti MBA di Columbia). Noi siamo tutti belli tirati in giacca e cravatta, con la targhetta con il nome e la classe (2008). Ci si registra, ogni tanto c’è qualche gadget, ci si siede per la presentazione (di solito parla qualche pezzo grosso), si fanno domande, poi quando finisce c’è il buffet e ci si mescola a parlare in gruppetti con gli ex studenti e i recruiter. Una cosa che qui è diversa rispetto all'Italia è che il recruiting è un'attività a cui i neoassunti devono partecipare attivamente, ed è specificata tra le loro mansioni.
Questa settimana è periodo di esami (midterm), quindi queste presentazioni sono sospese, ma prima ce n'erano tantissime, e spesso si sovrapponevano, quindi bisognava scegliere a quali andare e a quali rinunciare.

2 – Le aziende tornano on campus parecchie volte, magari facendo lezioni su progetti specifici (ad esempio presentano una particolare trattativa che hanno seguito), o su particolari mercati. Oppure organizzano colazioni, cene, eventi vari per conoscere i candidati.

3 – Gli studenti interessati devono poi seguire un processo per richiedere un’informational interview, che sarebbe un appuntamento per andare a vedere di persona come lavorano e chiarirsi un po’ di dubbi. Ovviamente tu valuti però anche loro ti valutano.

4 – Verso dicembre si fa una domanda formale per l’internship

5 – Si spera di entrare nella close list, che è la lista dei candidati che verranno intervistati. Per entrare nella close list bisogna avere un profilo conforme a quanto richiesto dall’azienda ed avere dimostrato interesse nelle occasioni precedenti.

6 – A gennaio cominciano i colloqui (ma per altri settori sono anche in marzo o aprile).

Questo è il processo, bello fitto e un po' stressante, ma serve per fare una full immersion per capire il mondo del lavoro post-master.
E come ha detto giustamente qualcuno: l'unica volta nella tua vita in cui le aziende vengono a cercare te anzichè essere tu a cercare loro...

La prossima volta parlo di qualcosa più divertente e leggero, prometto!!!!

Saluti a tutti!!!!!!!!!!

Piccola nota: non sono un particolare amante di club e vita notturna, però sono stato in parecchi posti (tipo Fizz, Sol, Hiro, Marquis, etc). In alcuni c’è ancora la targhetta per segnalare il passaggio del mitico Sgarbo tra il 2003 e il 2004...

Monday, October 02, 2006

You tube

Visto che You Tube va così tanto di moda, vi mando i link a due video fatti l'anno scorso da studenti della Business School, a dimostrazione che non si studia solo!

Every breath Bernanke takes è una parodia della canzone dei Police e prende in giro il preside Dean Glenn Hubbard che l'anno scorso era tra i candidati a succedere a Greenspan alla Federal Reserve e invece è stato battuto da Bernanke. Il tipo ci assomiglia moltissimo.

Brokeback bankers è il trailer di un ipotetico film che parla di uno studente che va a lavorare in banca e diventa gay.

A me hanno fatto morire dal ridere, anche se ci sono un sacco di riferimenti all'ambiente qui e a termini economici e forse sono difficili da apprezzare. Cmq è sempre esercizio d'inglese!ciao!

Monday, September 18, 2006

Qualche foto














Ecco alcune foto che ho fatto stamattina. C'è la via in cui abito, poi giro a sinistra in Amsterdam Avenue e poi subito a destra e sono alla Columbia, in tre minuti. La Business School è dietro a quel simil tempio che invece è una biblioteca.
La tranquillità assoluta che si percepisce c'è solo al sabato e alla domenica mattina - ed è così in tutta New york - per il resto gli altri giorni c'è un casino tra studenti e tutto...

Sunday, September 10, 2006

Blog Padova - New York

Doveroso riportare il link al blog (Padova - New York) che i miei amici di Padova hanno creato per la mia partenza, dove ognuno scrive quello che succede dal suo lato dell'Oceano.
Io cmq metto gli stessi post su entrambi i blog...

Wednesday, September 06, 2006

Si inizia...

Ecco un paio di foto di dove abito, come dicevo la casa è piccola ma accogliente, c'è tutto quello che serve. Il divano è un divano letto, così vedete subito dove dormirete quando verrete a trovarmi! Per quelli che non ci stanno sul divano, in qualche modo ci arrangiamo!


Ora ho pure trovato una scorciatoia passando per i garage di Columbia che mi permette di arrivare in classe in tre minuti netti!
Stiamo gradualmente cominciando i corsi, per ora abbiamo fatto un paio di lezioni di Accounting e Statistica. Sono materie che già avevo visto ma qui si va veramente veloci, in due lezioni abbiamo rivisto tutto quanto avevo fatto all'università o quasi. Deve essere un bel casino per chi non ha mai visto nulla di bilancio e simili. Domani cominciamo anche Corporate Finance e Strategia, e devo finire di leggere parecchie cose prima di queste lezioni. Qui prima leggi articoli e casi vari e poi arrivi in classe preparato per la discussione, e i professori ti conoscono per nome. Giovedì cominciamo anche Managerial Economics e questi sono tutti i corsi per la prima parte del semestre.

La parte accademica mi piace molto, per quanto siamo solo agli inizi, perchè l'affrontare in maniera sistematica elementi che prima avevo solo intravisto, soprattutto di finanza e di gestione aziendale, mi dà quella soddisfazione che deriva dall'imparare continuamente qualcosa di nuovo. E ogni volta che si discute in classe c'è sempre qualcuno che ha lavorato proprio in quel settore, e alle volte anche ad alti livelli. Effettivamente studiare insieme a persone che hanno qualche anno di esperienza lavorativa e in campi diversi porta un gran valore al master.

Detto questo, mi sono praticamente sistemato e sto cercando di prendere i miei ritmi inserendo man mano le attività nuove (tipo andare in piscina come volevo fare oggi ma non sono riuscito a trovare un posto in cui comprare un costume!!). L'università negli USA funziona così, come diceva anche Severgnini, che una volta che hai capito - e all'inizio è un casino - come sono strutturati i corsi, dove sono le informazioni che ti interessano, come devi impostare il computer, dove sono le stampanti etc, una volta capito questo sei messo nelle condizioni ideali per studiare. Ad esempio la biblioteca è aperta fino all'una di notte, e ci sono una miriade di altri posti dove puoi studiare, sui divani, nei bar, sull'erba se il tempo lo permette. Decisamente non in questi giorni, visto che praticamente piove da una settimana...

Per le uscite, di solito ci si organizza a livello di cluster (in cui siamo in 65), si va in qualche locale e poi magari ci si trova con altri cluster (c'è cmq rivalità tra i cluster, a breve inizieranno anche i più svariati tornei). E all'inizio quando conosci persone nuove, si parla sempre delle stesse cose, penso di aver ripetuto qualche centinaio di volte che vengo da una città molto vicino a Venezia, che Roma per me è la città italiana più bella, che la qualità della vita in Italia è altissima, etc... Ci vuole un po' di tempo per parlare di cose più interessanti e la maggior parte delle volte non ci si arriva neanche. Rispetto a Boston, qui gli appartamenti sono mediamente più piccoli e quindi è più difficile farci feste, e si tende ad andare nei locali, belli ma costosi.
Cmq non ho ancora un mio gruppo, persone con cui mi trovo particolarmente bene o esco sempre, ma vedo che pian piano individuo le persone che mi sono più affini.

La gente del master, beh ce n'è di tanti tipi, più di qualcuno è sposato e si è trasferito qui con figli e tutto, anche dall'Europa o dall'Asia. Ma non crediate che siano tutti "studio e business"... Venerdì dopo lezione in una ventina abbiamo trascorso tutto il pomeriggio a giocare a beer-pong (da introdurre in Italia!), un gioco simile a ping pong solo che devi tirare con le mani la pallina (opportunamente sciacquata) dentro i bicchieri di birra degli avversari e se fai centro loro devono bere. Ci sono dei tavoli appositi in alcuni bar e giocavano tutti, anche le ragazze, e non vi dico quanta birra! Cmq mi sono fatto onore (per la mira non per il bere)!

Che altro dire.. ho trovato tutti gli ingredienti per preparare un risotto - piccole soddisfazioni in una città comunque estranea -, compresi i porcini secchi di Verona, e pure lo zafferano, anche se è quello spagnolo e non l'ho ancora provato...
Domani vado a sentire Severgnini che presenta il suo ultimo libro all'Istituto di Cultura Italiana di NYU, da vero Italians...

That's it per adesso, saluti a tutti!

Orientation

24 Agosto 2006


Avrei un sacco di cose da raccontare ma non abbiamo mai un minuto libero così scrivo velocemente qualcosa adesso senza troppo ordine.Intanto vi do i miei contatti qui che sono:

419W 119th St Apt 1H
10027 New York, NY
cell +1-917-519-2486

Se volete scrivermi mandarmi qualcosa etc, tutto è benvenuto! Per il cell, penso di poter ricevere a questo numero sms dall'Italia, anche se finora non sono riuscito a mandarne, o meglio ho scoperto che li mandavo e non arrivavano! Cmq uso anche la scheda italiana.

Il mio appartamento è piccolo, mi aspettavo qualcosa di più grande dopo aver visto quello del ragazzo di Roma, ma ho comprato un sacco di cose all'Ikea (divano, letto, scrivania, tavolo, tappeto, libreria, lampade varie etc) e adesso è molto accogliente, anzi proprio bello nel suo genere, a breve vi mando qualche foto. Devo ancora finire di sistemarlo visto che non ho neanche tempo di montare quello che ho comprato, ma finalmente ho un materasso, dopo avere dormito per terra per una settimana, che non è proprio il massimo!La zona è vicino a Harlem ed è prorio bella perchè molto gotica, il mio palazzo ha una decina di piani ed è a cento metri da Columbia. Io sono al secondo, su un cortile interno di case con mattoni a vista e scale di sicurezza in ferro modello Bronx, e c'è il portiere giorno e notte che non capisci come fa a passare il tempo senza fare nulla e lo saluti all'americana chiedendogli come va e tirando dritto senza neanche sentire la risposta. Risposta che tanto non ti da', perchè ti saluta allo stesso modo mentre beve il suo caffè e non stacca gli occhi dal televisore.

Lunedì ho iniziato quella che chiamano Orientation, una serie di attività preliminari con lo scopo di cementare il gruppo e spiegarci come funziona il tutto, così quando cominciano i corsi si è già a regime e puoi concentrarti solo su quelli. Pensavo fosse solo per gli studenti internazionali e invece è per tutti - a dimostrazione di quanto bene avevo letto il materiale che mi avevano mandato!In totale siamo in 530 (4 italiani), divisi in 8 cluster che rimarranno così per tutto il primo anno. Il cluster è praticamente una classe di 65 persone con cui segui tutte le lezioni. E all'interno del cluster c'è il tuo gruppo di studio, formato da 6 persone, con cui porti avanti diversi progetti. I gruppi sono molto eterogenei al loro interno, nel mio ci sono 4 americani e una giappo che vengono da consulenza, investment banking, marketing, e uno pure dall'esercito.Adesso siamo seguiti da ragazzi del secondo anno che stanno sempre con noi e fanno gli ebeti come animatori da villaggio turistico ma poi li senti parlare nelle occasioni ufficiali o quando chiedi loro qualcosa di serio e capisci che è un'altra musica...

Sono colpito ancora una volta dall'organizzazione pazzesca degli americani che riescono a stabilire tutto nei minimi dettagli, e con ottimi risultati. Lezioni, attività, conferenze, uscite, tante cose che a noi europei sembrano anche ridicole, ma poi ti rendi in conto che sono proprio bravi a far conoscere le persone e creare il gruppo.Si comincia lenti il primo giorno, con discorsi in pompa magna e un po' di retorica, poi ti dividono in gruppi, ti fanno presentare, raccontare qualcosa di imbarazzante su di te (tipo aver fatto bere un amico alla sua festa di laurea a casa sua dopo aver detto ai suoi genitori la sera stessa che ormai siamo persone mature e certe cose non le facciamo più, grazie Michele...), si mangia assieme, si fa un caso di studio con un prof, c'è lo speaker che racconta qualcosa, si mangia di nuovo e sempre gratis, poi si è fatta sera e si va con il cluster in qualche locale, si beve un po', poi ci si sposta in un altro locale stavolta con tutti i cluster e si beve ancora, e alla fine anche se non vuoi conosci tantissime persone, e questo per ogni giorno per i dieci giorni di questa orientation e sempre cambiando zona alla sera. Una full immersion a Columbia e a NY, bellissima (spero non sia un lavaggio del cervello) ma un po' stancante: praticamente dura dalla colazione delle 8 di mattina fino a quando crolli la sera e prendi un taxi per tornare a casa.

Ieri abbiamo fatto una reception al Guggenheim sponsorizzata da Deutsche Bank, cioè il Guggenheim era chiuso al pubblico e dalle 6 alle 10 c'eravamo solo noi e un sacco di camerieri che servivano il buffet e roba da bere e si poteva girare liberamente dappertutto. Anche da queste cose, l'impressione è che Columbia sia veramente potente e immanicata qui a New York, speriamo bene che mi faccia trovare un buon lavoro dopo il master!

La gente mi piace, socievoli e apparentemente non esaltati, sia gli internazionali (tanti sudamericani, pochi europei) che gli americani, nonostante gli inevitabili problemi di lingua quando parlano tra loro o si discute in classe. Con gli italiani mi trovo bene ma per forza di cose non ci si frequenta molto, e mi va anche bene così sono forzato a parlare inglese. Molti internazionali sono in realtà in America da un sacco di anni e parlano benissimo.

Questo è un po' il quadro, per adesso, appena riesco scrivo qualcosaltro.

Spero che lì vada tutto bene, leggo sempre con grande piacere i vostri post sul blog!

Welcome to America

15 Agosto 2006

Ragazzi,

eccomi qui a New York, sono le 5 del mattino e ovviamente - come aveva previsto qualche gufo - causa fuso non riesco più a dormire! Per stanotte sono ospite di Emanuele, un ragazzo romano che sarà mio compagno di corso, e sono qui buttato con un materassino da campeggio sul pavimento che cerco di fare piano per non svegliarlo. Da fuori viene un sacco di rumore (e siamo al quinto piano!), macchine, gente che parla, camion dell'immondizia che sembrano stazionare qui sotto per ore. Non vedo l'ora che siano le otto così vado a prendere la mia casa e vedo com'è. In teoria dovrebbe essere come quella di Lele, e ci metterei la firma, perchè è molto bella, una stanza grande più cucinino e bagno, sistemata da poco, con pavimento in legno lucido e muri appena imbiancati. Ti viene voglia di pensare a come arredarla, per ora ci sono solo un divano un paio di poltrone e un tavolino. Ma promette bene.

Ieri il viaggio fila via liscio e veloce, a parte super controlli e il fatto che non fanno portare bagagli a mano. E' permesso solo un sacchetto trasparente con lo stretto necessario. Io ci metto dentro "L'amore ai tempi del colera", di Garcia Marquez, consigliato da Sandra, e d'un fiato leggo 150 pagine. Adesso mi piacerebbe andare avanti chè voglio vedere che succede dopo che il dottore ha conosciuto Fermina ma non posso accendere la luce. I controlli fanno perdere tempo (2 ore per il check-in a Venezia) ma in aereo si sta più comodi, senza i bagagli a mano giganti compressi dentro le cappelliere che la tua roba non ci sta mai, senza la gente che si alza per prenderli e fa cadere tutto, senza il cibo puzzolente portato dagli indiani di turno. E poi si scende velocissimi. Il bambino che piange sì, quello c'è anche ieri, immancabile, ma è una bimba piccola e molto bella.

New York ti accoglie con un aeroporto gigantesco che sa di vecchio, e uno stuolo di gente sovrappeso - e non di poco - che ti fa interroggare su che cacchio mangiano qui e su quanto lontano sei dall'Italia. Poi passi al controllo documenti, con il timore recondito che non ti facciano entrare perchè hai sbagliato qualcosa nel fare il visto, alla dogana, dove speri non ti sgamino l'olio il caffè e i biscotti fatti in casa che ti sei portato abusivamente ma sai che tanto sei entrato e al massimo ti danno una multa, poi esci e con un senso di soddisfazione capisci sei veramente sotto il cielo d'America, e che ormai sei in ballo.

Due ore nel traffico e sono a casa di Lele, sulla 113 West, vicino a Columbia, apro le mie valigie che quasi scoppiano da quanta roba ci ho messo, doccia e poi via, a fare un po' di spesa per andare a cena a casa di Marco, torinese, altro italiano del master, insieme al suo coinquilino argentino ad un altro italiano di passaggio. Altezza media 1.90, e tutti gentilissimi. Ci si conosce appena ma si chiacchiera bene. La nostra Little Italy sta già nascendo, ed è anche un po' veneta, visto che i termini "mona" "spritz" e "tachente" sono già stati introdotti! Il menù prevede penne alla vodka con pecorino, non male come accoglienza!

Alle dieci già crollo dal sonno e alle undici sono a letto, pensando che oggi nell'ordine voglio fare: casa, conto in banca, cellulare, acquisti essenziali per la casa.

Al cinquecentesimo camion dell'immondizia anche Lele si è alzato, ora si accende la luce e si comincia la giornata.

Un abbraccio a tutti,

Fausto